Si rilassa curando le piante e con le faccende domestiche (“Sono bravo pure a stirare”) anche se vorrebbe trovare il tempo e la voglia per andare a pesca. Come professionista fino ad oggi si metterebbe in pagella un bel sette. E, con grande schiettezza, confida di non credere nelle “scuse”: “Non mi fanno impazzire, mi sembra un modo comodo per ripulire tutto”. L'allenatore della Carrarese Antonio Calabro si racconta a 360 gradi.
Mister Calabro quanto ha sentito il peso dell'impresa, quella di essere riuscito a riportare dopo tanti, troppi anni, la Carrarese in serie B? “Devo ammettere che non ho avuto questa sensazione al momento della promozione. Ho vissuto invece la responsabilità e il peso di questa impresa l'anno successivo, il campionato scorso, e continuo a provare questi stessi sentimenti anche quest'anno”.
Se non fosse diventato calciatore, prima, e allenatore poi, cosa sarebbe diventato Antonio Calabro? “Sa che non ci ho mai pensato? Non so di preciso cosa o chi sarei diventato ma sicuramente avrei avuto un ruolo di responsabilità, in qualsiasi ambito. Sono una persona a cui piace essere incisiva, mi piace esserlo per le mie decisioni, non per quelle degli altri”.
Ci dica tre termini che per lei sono legati alla parola “pallone”. “Passione, infanzia, disciplina”.
Il suo sogno e un suo rimpianto. “Il mio sogno è quello di allenare in serie A: non una squadra in particolare ma mi piacerebbe sedere in panchina in uno stadio all'inglese, con il pubblico molto vicino
“Il rimpianto, a livello personale, è quello di non avere iniziato a studiare prima e a imparare l'inglese”.
Lei ha più amici o più nemici? “Spero di avere più amici ma quando hai un ruolo e un carattere decisionale potrei avere anche tanti nemici”.
A chi deve chiedere scusa mister Calabro? “Devo scusarmi con la mia famiglia per tutto il tempo che le ho sottratto”.
Chi invece dovrebbe chiedere scusa a lei? “Non credo nelle scuse, non mi fanno impazzire”.
Qual è il libro che le è piaciuto particolarmente? E quale libro vorrebbe scrivere? “Il libro che ho amato è “L'arte della pazienza”. Non vorrei scriverne uno, si scrive un libro quando si è arrivati alla fine di qualcosa. Io ho ancora tante pagine bianche davanti”.
Quale allenatore secondo lei è sopravvalutato? “A questa domanda preferisco non rispondere”.
Cambiamo domanda: quali sono gli allenatori che le piacciono? “Sono molti: ad esempio Conte, De Zerbi, Guardiola, Klopp e Gasperini”.
Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole diventare calciatore? “Solo una cosa: di lavorare su se stesso a 360 gradi”.
Mister Calabro qual è la domanda scomoda che non le ho fatto? “Me l'ha fatta: quella degli allenatori sopravvalutati. Ed io ho preferito non rispondere”.