“A 26 anni l’incidente che mi ha cambiato la vita. Se tornassi indietro non rifarei quella strada”.
A 53 anni Nicola Codega è un uomo che pratica sport, il tennis prima, il tennis tavolo ora. È impiegato a Carrarafiere e sarà tedoforo alle Olimpiadi. A 26 anni un incidente stradale ha cambiato per sempre la sua vita: da allora è costretto sulla sedia a rotelle.
Si racconta a Prima pagina il 3 dicembre, giornata internazionale delle persone con disabilità.
Nicola Codega si definisca con tre parole.
“Determinato, ottimista e generoso”.
Se si guarda indietro cosa non rifarebbe nella sua vita?
“Non rifarei il percorso che mi ha portato a fare l’incidente che ha cambiato per sempre la mia vita”.
Che cosa avrebbe invece fatto meglio?
“La scelta dell’Università: avrei preferito Scienze della comunicazione a Economia”.
Qual è stato il suo giorno più brutto?
“I giorni più brutti della mia vita sono due: quello dell’incidente e quello in cui ho perso mia madre”.
Come è cambiata la sua vita dopo l’incidente?
“Posso dire che non mi aspettavo di essere così forte. Come carattere l’incidente mi ha migliorato, me lo dicono in tanti. Essere sulla sedia mi ha costretto, per forza di cose, ad essere più riflessivo”.
Il giorno dell’incidente lei aveva 26 anni. Oggi magari qualche ragazzo si trova nelle sue stesse condizioni, magari in un letto di ospedale. Quale messaggio gli manderebbe?
“Gli direi semplicemente la verità: che la vita cambia, non è vero che tutto è come prima. Ma gli direi anche che si possono fare tante cose anche sulla sedia a rotelle, molte più cose di quello che uno può immaginare quando si trova in un letto di ospedale. Ma prima di tutto bisogna reinventarsi”.
Le barriere architettoniche costituiscono ancora un ostacolo per chi vive il quotidiano su una sedia a rotelle?
“Rispetto ad alcuni anni fa le cose sono migliorate ma ci sono ancora tanti problemi. Bisogna avere consapevolezza che uno scalino per chi è costretto su una sedia a rotelle diventa un ostacolo insormontabile. Io però mi arrabbio quando dicono che queste cose succedono solo in Italia, sono stato a Parigi per le ultime Olimpiadi e ho trovato una situazione da far rabbrividire”.
Che ruolo ha avuto l’amicizia nella sua vita?
“Un ruolo importantissimo, soprattutto dopo la scomparsa dei mie genitori”.
Nell’amicizia ha più tradito o è più stato tradito?
“Sicuramente sono stato più tradito ma non mi pento di quello che ho dato alle persone in cui riponevo la mia fiducia”.
Qual è il suo ricordo più bello?
“Tutti i momenti passati con mia madre, con i miei cari”.
Il suo sogno?
“Sogno di tornare in piedi. E, nel futuro più vicino, di poter partecipare a un campionato del mondo o a una Olimpiade con il tennis tavolo”.
Cosa le dà gioia oggi?
“La mia manifestazione, la Carrozzabile. Mi emoziono quando vado nelle scuole a parlare con i bambini, con i ragazzi. È una manifestazione cresciuta negli anni, per me è diventata un punto di forza. Un grande segnale di speranza”.