Guerra fredda sul Giogo
Che fine farà l'ex base Nato?

04-12-2025 18:12 -

di Claudio Figaia


Sembra Fallout, è Lunigiana . E’ uno dei luoghi più suggestivi di tutta la Lunigiana. E di sicuro anche il più freddo. E’ il monte Giogo, vetta di 1.520 dell’Appennino (è nel Comune di Comano e vicina al Lagastrello), che nel dopoguerra venne trasformata in una base militare Nato. Lassù, proprio sulla cima da cui si può contemplare un panorama davvero a 360 gradi - dalla Corsica alla Liguria, dagli Appennini alla costa toscana - venne costruita nei primissimi anni Sessanta, cioè in piena guerra fredda, una centrale “di ascolto” dell’Alleanza atlantica. Lo scenario è dominato da quattro gigantesche parabole del diametro di oltre 20 metri. Servivano a spiare le attività del Patto di Varsavia e a controllare tutto quel che avveniva nel mare Tirreno. Poi, ci sono i ruderi degli edifici dove si trovavano le apparecchiature, gli alloggi per il personale (il presidio contava 13 militari, italiani e di altri paesi Nato, più un nucleo di carabinieri) con tanto di sotterranei-rifugio in caso di attacco. Sembra di essere in Fallout e invece sei in Lunigiana. Al termine della guerra fredda, la base venne chiusa e smantellata. Via gli apparati di ascolto e trasmissione (un impianto da 400milioni di watt), via i sistemi di trasmissione a microonde (troposcatter) di messaggi criptati che negli anni Cinquanta erano all’avanguardia. Oggi la Nato spia con droni, satelliti e sistema Starlink. Le parabole, però sono rimaste, intatte, e, assieme ai ruderi delle caserme, formano un incredibile effetto da film di fantascienza.

Decenni di abbandono. Dal 1995 la ex base è rimasta incustodita (tranne una parentesi durata alcuni anni in cui venne affidata e risistemata dall’Ari Associazione Radioamatori Italiani), debitamente vandalizzata, ma sempre più frequentata da escursionisti e curiosi. La scorsa primavera, però, dopo 30 anni di abbandono, c’è stata una svolta. Il 28 maggio è stata firmata, dal presidente del Parco nazionale dell’Appennino Fausto Giovanelli e dalla dottoressa Tiziana Pardini della Direzione regionale Toscana del demanio, un verbale di consegna provvisoria dei terreni dell’ex base Nato. Si tratta del passaggio preliminare per la concessione dell’area al Parco. Intanto, il verbale di consegna provvisoria ha dato al Parco la responsabilità di mettere in sicurezza i luoghi e di impedirne l’accesso abusivo.

La base passa al Parco. Da quella firma sono passati sei mesi e l’atto formale di concessione non è ancora arrivato. “Il Demanio ha tempi lunghissimi, noi lo abbiamo sollecitato ma sappiamo che dovremo avere pazienza”, dice Fausto Giovanelli, presidente del Parco Appennino. Qui sul monte Giogo, prosegue “realizzeremo la Porta del Cielo, una delle porte del Parco, probabilmente la più bella per la straordinaria prospettiva e visione del paesaggio che offre, dal Mar Ligure alle Apuane all’Appennino e alle Alpi. Pensa in grande Giovanelli. Nel frattempo, assieme al sindaco di Comano Antonio Maffei, l’ente Parco sta preparando un progetto “de minimis”, per la messa in sicurezza della zona, per limitare l’uso “selvaggio” della zona e per realizzare un percorso di visita all’ex base senza mettere in pericolo le persone e con una segnaletica e cartelli di spiegazione.

Porta del Cielo e meno 30°. “Pensiamo, per questo scopo, di utilizzare finanziamenti ottenuti dal Parco per migliorare la sentieristica”, spiega il presidente. Si tratta di circa 220mila euro, non sufficienti certo per realizzare la Porta del Cielo. “Per quella – conclude Giovanelli – bisognerà aspettare prima l’atto formale di consegna da parte del Demanio e poi il lancio di un bando per il reperimento dei finanziamenti”. Il sindaco Antonio Maffei (che è anche parte del consiglio direttivo del Parco) è al lavoro sulla cosa e proprio stamani (4 dicembre) è salito in vetta per un sopralluogo. “Il primo intervento ci darà un percorso nell’area con fotografie e didascalie, partirà dal Lagastrello e arriverà alle parabole, collegandosi anche con altre vie e strade storiche della Lunigiana. L’accesso sarà libero, poi, in futuro, si vedrà”. Senza dimenticare che finanziamenti serviranno anche per rifare la strada di accesso, oggi percorribile solo da fuoristrada. I radar, intanto, restano lassù ad arrugginire sotto i colpi dell’ennesimo inverno, che sul monte Giogo è davvero rigido. Una volta si registrarono 30 gradi sotto lo zero e raffiche di vento fino a 220 km/ora. Mentre scriviamo il monitoraggio di MeteoApuane dice che sul Giogo ci sono 0,7 gradi sotto zero, mentre a Carrara siamo a più 12. Altro che guerra fredda.